Prospettive

Qualche notte fa, guardando mia figlia dormire accanto a me mi sono ritrovata a chiedermi dove fossero finiti i giorni, i tanti giorni, in cui la tenevo tutto il giorno in braccio, lamentandomi per non riuscire a fare nulla, per il peso, per l’isolamento e per l’affaticamento?

Dove sono finite quelle settimane? quei mesi?

Il tempo me li ha portati via, uno dopo l’altro e in quella notte mi sono trovata a chiedermi dove fossero, perchè li stavo rimpiangendo così…

Quando li stavo attraversando, quei giorni, non vedevo l’ora che finissero, che la bimba camminasse e acquistasse la sua autonomia… Pesava a portarla in braccio tutto il giorno, mangiare, camminare con lei in braccio; avevo ristoro solo durante la nanna e le passeggiate in passeggino. Ma il resto del giorno, in casa, insieme, lo passavamo vicine, lei sulle mie braccia…

Gurdando indietro non so come ho fatto a passare nove – nove – mesi così.. all’inizio è facile, pesava anche poco, ma quando è arrivata sui 7-8 Kg ho cominciato ad accusare una certa fatica, sollevarla, metterla sulle braccia, cambiare braccia ogni quarto d’ora, sedersi per riposarsi un attimo. Mi chiedo dove ho trovato tutta quella forza fisica – per non farla cadere -. Ma anche dove ho trovato la forza emotiva, per resistere ai quei giorni, a quelle ore infinite…

nanna

nanna

Eppure, l’altra notte, guardando mia figlia ormai treenne, mi sono ritrovata a pensare a quelle nostre ore di contatto totale e un attimo di nostalgia mi ha colto, di sorpresa.  Ora che cammina, gioca, corre, va a scuola i nostri momenti di contatto fisico sono davvero pochi. E’ rimasta solo la notte quando mi dorme accanto, rubandomi il cuscino, usandomi come cuscino, mettendomi i piedini addosso o mettendo la sua manina come a tenerma vicina e non farmi uscire dal letto.

Il tempo scorre e le prospettive cambiano, come quando le ombre si allungano nelle ore vicine al tramonto e anche un bambino sembra un gigante.

Nel bel mezzo di un’altra notte, tra qualche tempo, mi ritroverò a chiedermi dove sono finiti i giorni in cui dormiva accanto a me, la sentivo respirare e tutto andava a posto. Il mondo era perfettamente allineato e io potevo dormire un sonno profondo e sereno.

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